giovedì 1 novembre 2012

“Non succede mai nulla”


II Fiera dell’Editoria Volta la Carta


di Alessandro "Chiappanuvoli" Gioia
All’Aquila, dopo lo Ziré, lo sport cittadino per eccellenza è lamentarsi che non succeda mai nulla, che non ci sia uno straccio di vita culturale. Il che è assolutamente vero se il vostro standard di “cultura” è la Biennale di Venezia o il celeberrimo spettacolo televisivo Velone. In realtà, sia prima che dopo il terremoto, la nostra città è stato il teatro di eventi importanti e ben riusciti (grazie all’impegno di una manciata di persone), dove l’unica cosa che spesso mancava erano proprio gli Aquilani. Eventi non di “nicchia” ma di genere, eventi forse non “di grido” ma che tuttavia hanno detto la loro in ambito nazionale. Solo quest’anno, per citarne qualcuno, abbiamo avuto l’onore di ospitare La Giornata Mondiale della Poesia (Unesco), I Cantieri dell’Immaginario, la festa annuale di Emergency. Ed ecco che a completare il quadro, è arrivata, dal 3 al 7 ottobre, la II edizione della Fiera dell’editoria Volta la Carta, Libri e non solo a L’Aquila, che si è tenuta alla sala polivalente della sede M.I.B.A.C., in via F. Filomusi Guelfi.
L’elenco degli ospiti parla da sé (per il programma dettagliato www.laquilavoltalacarta.it): il Procuratore della Repubblica Antonio IngroiaPino Scaccia, giornalista e inviato di RAI 1, l’attrice e conduttrice Veronica Pivetti, la caporedattrice di Donna Moderna Monica Triglia, la criminologa Roberta Bruzzone, il filosofo Marco Santarelli, il giornalista Francesco Erbani, l’attore Flavio Insinna e l’esperta di intelligence Antonella Colonna Vilasi e non da ultimi gli scrittori Mauro Covacich, Paola Soriga, Alberto Schiavone, Sandrone Dazieri, Enrico Macioci, Michele Dalai, Elena Valdini, Paolo Di Paolo e Mariapia Veladiano.
C’è davvero poco altro da aggiungere. Lungi da me l’idea di far polemica. Meglio star zitti, anzi, meglio ancora dar voce a qualcuno “che fa”. Facciamoci illustrare, “a noi che stiamo a guardare”, un quadro più completo della situazione.

A. C.: Anzitutto, Francesca (Luzi, scrittrice e organizzatrice) come stai? Immagino che mettere in piedi un evento così, e farlo all’Aquila, non debba essere proprio una passeggiata.
F.L.: Sto bene Ale, grazie. Stanca e stressata, anche se meno dello scorso anno: se non altro l’esperienza paga! Organizzare Vlc, più che una passeggiata, è come correre a piedi attraverso l’Alabama (cit. da Forrest Gump)…alla fine ci si sente “un po’ stanchini”. Poi, se lo organizzi all’Aquila, spesso devi combattere contro i classici mulini a vento, contro una sorta di muraglia cinese invalicabile che ti chiede “chi sei?”, “sei mio cliente?”, “vieni a chiedere soldi per farne cosa?” e via discorrendo. Ma per fortuna non tutti sono così. Ho incontrato tante persone le quali appena spiegavo di cosa si trattasse strabuzzavano gli occhi per gli ospiti del 2011 e in programma quest’anno e esclamavano: “Finalmente: non se ne poteva più di mostre di ruspe e mattoni!”.

Che significato attribuite al Vlc? Perché una fiera dell’editoria? Quanto c’è entrato il terremoto con la prima edizione e, soprattutto, quanto ci entrerà con la seconda?
Vlc è nato dalla folle idea di un gruppo di amici accomunati dall’amore per i libri e la letteratura che, stufi di andar girando per fiere portando la realtà dell’Aquila fuori da essa, hanno pensato di far sì che potesse accadere il contrario: portare il mondo dei libri e della letteratura a L’Aquila. Il terremoto c’è entrato molto, almeno per quanto mi riguarda, dopo aver perso casa (in centro) e lavoro (alla Transcom) mi sono detta che bisognava fare qualcosa. Volevo, anzi volevamo, aiutare la nostra città a risalire la china, ma non essendo ingegneri o architetti abbiamo inventato questa cosa qua. Nella seconda edizione il terremoto ci è entrato ancora, anzitutto nel nome stesso della manifestazione… la speranza è sempre di riuscire definitivamente a voltare questa carta, almeno nella mia vita, ancora troppo pesante e presente.

Sai, io ho questa impressione, forse non condivisa dal resto degli Aquilani, ma credo che la nostra città si sia rianimata culturalmente dalla notte del 6 aprile, il Vlc ne è una prova. Tu che ne pensi?
Ho anch’io la stessa impressione, forse il terremoto ci ha dato uno stimolo che prima era sopito. Io ho sicuramente finito di piangermi addosso e oggi non credo più al “non succede mai niente di importante”. Mi sono rimboccata le maniche insieme a uno splendido gruppo di “svalvolati”, cerchiamo di fare la nostra parte, mettendoci la faccia. Credo che eventi importanti ce ne siano stati, l’unica cosa è che si tende a farli rimanere “cosa nostra”. Chi si occupa dell’organizzazione dovrebbe far uscire la notizia dalla conca aquilana. Il 24 agosto scorso Donna Moderna ha dedicato il suo editoriale al Vlc dal titolo “Il silenzio dell’Aquila” e, dopo questa sortita, molte case editrici ci hanno contattati per partecipare; anche il Corriere della Sera (edizione romana) ci ha dedicato un articolo e anche da Roma abbiamo iniziato a ricevere tante adesioni. E non dimentichiamo che Vlc, anche per il secondo anno, ha avuto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Basta non porsi limiti.
Volta la carta vi ha permesso di trascorre cinque giornate tra gli stand di case editrici di tutta Italia, presentazioni di libri di autori importanti, conferenze, dibattiti, mostre di pittura, arte orafa, straordinari dolci tipici e manufatti di sartoria. Il tutto  in compagnia, in un posto nuovo e molto accogliente. L’immagine che ho sempre in mente è il grande negozio di libri del film C’è posta per te… È la seconda volta che cito Tom Hanks, e non è neanche il mio attore preferito!

A voi la scelta, quindi? Parteciperete le prossime edizioni a questo grande evento culturale nella città dove non succede mai nulla o preferirete trascorrere quei giorni ad allenarvi a Zirè?

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