di Riccardo Cicerone
L’undicesimo
incontro nazionale di Emergency si è tenuto all’Aquila dal 6 all’8 settembre e
ha avuto presenti nel proprio programma ospiti illustri come Vauro, Ascanio
Celestini, Lella Costa, Maurizio Landini, Giancarlo Caselli, Fiorella Mannoia,
Marina Rei e Franky Hi-Energy MC.
L’evento organizzato
da Emergency, oltre ad esser stato un grande momento di riflessione,
divertimento e svago, farcito da presenze di primo piano del panorama
nazionale, è stato forse il primo momento dall’aprile 2009 in cui L’Aquila e
gli aquilani sono tornati ad essere padroni della propria città; sono tornati a
vivere il loro centro storico di sera quasi dimenticando la situazione di
precarietà che invece li accompagna da tre anni a questa parte. Oltre ai numerosi
concittadini che hanno partecipato a queste serate sono stati moltissimi i
volontari di Emergency che sono affluiti nel capoluogo abruzzese da tutta
Italia e che hanno soggiornato in città per i tre giorni. In questo modo tanti
italiani hanno potuto accorgersi di persona in che situazione di stallo vive la
città e quante menzogne hanno raccontato la maggior parte dei media in questo
periodo per poi lasciarci nel dimenticatoio. Gino Strada e i suoi amici e
volontari hanno invece riportato i riflettori in città e hanno regalato agli
aquilani la possibilità di vivere nuovamente la loro terra in un contesto
diverso da quello dei centri commerciali, dei cinema o dei villaggi temporanei;
hanno restituito la dignità ad un centro storico che ormai era diventato
appannaggio esclusivo delle sbronze serali di noi ragazzi e delle “pisciate”
maleodoranti e penose per i vicoli spenti. Un centro che non offre nient’altro
che un drink ed un gelato, un centro che presenta SOLO spazi coperti privati,
un centro che non è fruibile con dignità se non pagando il locale di turno.
Questi amici “di
fuori” invece hanno portato la loro esperienza, i loro pensieri e la loro arte
GRATIS. Hanno riempito l’aria umida di case vuote con speranze, con spunti di
riflessione, con esortazioni senza però mostrarci mai compassione.
Questi ospiti ci
hanno fatto sentire nuovamente proprietari di una casa che non avevamo più.
Perché si hanno ospiti, solo quando si ha una casa. Noi li abbiamo accolti con
calore e riconoscenza e loro hanno portato la loro bottiglia di vino; quella
piena di amicizia e solidarietà.
Meditate
amministratori e politici locali, le chiacchiere e le vostre promesse
elettorali sono già fumo. Non si è lontanamente visto un gesto rivolto a quello
che dovrebbe essere il vostro primo obiettivo e il vostro primo referente: il
cittadino. Pensate che 300 difficili, possibili posti a tempo indeterminato
bastino per risolvere i problemi di questa città? Pensate che basti la
prospettiva di Piazza D’Armi (se tutto va bane tra 10 anni) a dare speranza a
chi sopravvive qui da 3 anni? Oppure aspettiamo ogni anno fine agosto per
goderci una settimana di Perdonanza ridimensionata (perché si sa, occhio al
bilancio eh!)? E per gli altri? E nel
frattempo? Ci facciamo un giretto intorno alle rotonde? Ammiriamo da fuori la
nuova sede dell’agenzia delle entrate? Oppure ci meravigliamo perché finalmente
hanno iniziato i lavori di questo o di quel palazzo? Ma può essere questa la
prospettiva di un ventenne o quella di una nuova famiglia? può essere la prospettiva
di uno che ha lavorato una vita con la speranza di godersi la pensione? Ma come
si fa’ a lasciare che le cose vadano da sole? Domande perse nell’aria… Voi
avete già dato risposta da tempo. Ai giovani i bar (e visto che i giovani sono
tanti ne facciamo aprire altrettanti), alle giovani famiglie l’animazione
gentilmente offerta dal centro commerciale di turno e agli anziani il tavolino
di plastica con sedie auto-fornite per giocare a carte sotto la pensilina
dell’autobus.
La forza di
Emergency che la contraddistingue da altri enti benefici o associazioni
umanitarie è che nei posti dove corre in aiuto della popolazione locale non si
presenta con il pacco regalo in mano e poi sparisce. Emergency nei territori
dove interviene lascia il segno, costruisce l’ospedale, cura i bisognosi e nel
frattempo fa formazione a medici e infermieri del posto in modo tale che,
quando il lavoro dei volontari sarà terminato, essi potranno rimboccarsi le
maniche e continuare da soli. Emergency, aiuta, ma soprattutto aiuta ad
aiutarsi. Non si presenta in pompa magna con la confezione di pasta e i
barattoli di pomodoro e poi scompare senza neanche averti insegnato che per
cuocere la pasta ci serve acqua e pentola.
Così è successo
anche all’Aquila. Gino Strada e soci hanno portato non solo lo show, ma hanno
riacceso la speranza nei cuori degli aquilani e gli hanno fatto ricordare di
come possa essere bella e viva la propria città quando la si vive tutti
insieme, quando vi sono eventi che riuniscono tutti sotto un unico grande tetto
(o tendone), quando si torna ad essere perfetti padroni di casa che non vedono
l’ora di accogliere nel migliore dei modi i propri graditi ospiti.
Grazie a questa piccola fiammella che hanno riacceso dentro di me ho trovato la rabbia e la
forza di scrivere questo articolo e questa pubblica denuncia verso chi si è
reso responsabile in questi anni di non aver fatto quanto avrebbe dovuto.
È arrivato il
momento di dare un segnale, di mostrare che lo stipendio che vi paghiamo è
quantomeno giustificato da azioni. Sì, azioni, non chiacchiere. Il tempo delle
parole si è esaurito e non aspetteremo ancora. La situazione è ormai fin troppo
alla deriva. Vogliamo fin da domani spazi, proposte, cultura, svago,
prospettive… oppure non lamentatevi di ciò che succede e che prima non
accadeva, è soltanto il frutto della vostra negligenza.
Nessun commento:
Posta un commento